Spesso non ci accorgiamo di quello che ci sta intorno. Siamo troppo abitudinari in quello che facciamo e quando guardiamo lo facciamo quasi sempre dallo stesso punto di vista. La mattina per andare al lavoro percorriamo la medesima strada alla solita ora e quando torniamo a casa lo facciamo sempre più o meno alla solita ora. Stesso percorso. Guardando avanti. Raramente di lato o in alto. Mai dietro. Questo fare sempre le stesse cose per me è deleterio. Per la propria vita e per la fotografia. Ogni tanto bisogna cambiare il punto di vista. Tutte le mattine scendo alle 7.30 al piazzale est della stazione. Passo sotto il ponte di via Matteotti e vado verso l'uscita centrale, camminando lungo il primo binario. In questo periodo il sole è sorto da poco. Vedo davanti a me le ombre lunghe del mattino. Il sole brucia le luci e crea un forte contrasto di bianchi e neri. Oggi ho deciso cambiare punto di vista e mi sono voltato indietro. Molte volte perdiamo occasioni semplicemente perchè non le vediamo, ma basterebbe fermarsi e guardare da un'altra angolazione e anche luoghi comuni possono svelarci delle opportunità.
Best. Pier Luigi La sveglia puntata all'ultimo minuto utile. Appena il tempo per lavarsi, vestirsi e fare una rapida colazione. Forse saluti qualcuno. Di corsa in macchina, a prendere l'autobus, il taxi, il treno, l'aereo. Due passi veloci. Testa bassa, a cercare i sassolini di Pollicino. Testa alta, lo sguardo assente. Ma non vedi? Eh no, non guardi. Vedi ma non guardi. Eppure c'è tutto un mondo intorno. Dovunque. Basta che guardi. Alza la testa e guarda il cielo com'è bello stamattina! Guarda, guarda, guarda.
Best. Pier Luigi Talvolta nei vari social o in alcuni forum e blog mi è capitato di leggere commenti non proprio piacevoli su chi posta fotografie di qualunque tipo "spacciandosi" per fotografo. Ovviamente chi critica non si riferisce ai selfie che anche lui pratica regolarmente (come se l'autoritratto non fosse fotografia). L'invettiva che viene mossa a queste persone (perchè non bisogna dimenticarselo che sono persone) è che la fotografia è arte e quindi va lasciata a chi è di talento. Al vero artista con il bollino. Per giustificare questa posizione vengono ovviamente scomodati e portati ad esempio fotografi famosi come Bresson, Capa, Winograd, Friedlander e potrei andare avanti per parecchie righe. Infatti è opinione di chi critica aspramente che questi eccezionali fotografi siano nati sapendo fotografare in maniera eccelsa essendo già insito in loro il senso del bello e dell'arte. Chi dice questo è ovviamente poco informato e poco ha sfogliato i loro lavori, letto le loro biografie e le interviste, perchè altrimenti saprebbe che anche loro hanno avuto un percorso fatto di successi, errori, tentativi e scelte, preparazione e fortuna. Sono persone anche loro. Un esempio facile. Hai mai letto il libro "La scelta della foto", edito da Contrasto per MAGNUM? Un librone enorme. Un bellissimo documento storico che si sfoza di illustrare il percorso di scelta della foto da una sequenza di scatti. I fotografi vanno da Henri Cartier-Bresson a Capa, per arrivare sino a Thomas Hoepker. Come si vede gli scatti di una stessa scena sono numerosi e solo uno o due hanno la forza dell'immagine decisiva come diceva Bresson. "Estrarre una buona fotografia da un foglio di provini è come scendere in cantina e prendere una buona bottiglia da condividere". Henri Cartier-Bresson Ad ogni scatto non corrisponde un'opera d'arte. Ma soprattutto non era questo il fine di questi fotografi molti dei quali erano fotografi di guerra. La fotografia è prima di tutto espressione di qualcosa che abbiamo dentro, del nostro modo di vedere le cose. E' curiosità del mondo. Non è facile per tutti riuscire a manifestarlo al primo colpo. Ci vuole esercizio, costanza, introspezione. Tutti abbiamo il diritto di espirmerci....anche chi critica. Però la critica non sarà mai arte. Best. Pier Luigi |
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Novembre 2021
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