![]() OK, di risorse su come imparare a fotografare ce n'è a tonnellate. Come sempre quando c'è tanta abbondanza ci sono info buone e altre meno. Apro una parentesi: sempre meglio troppa informazione che nessuna informazione, questo eccesso stimola l'uso del nostro cervello ad imparare a selezionare in modo corretto le informazioni e ci rende più consapevoli. Torniamo a noi. Dicevo...di informazioni per imparare bene la fotografia ce ne sono tantissime. YouTube è l'esempio migliore di diffusione della conoscenza a 360 gradi e sulla fotogafia ci sono dei canali davvero fantastici. Però qualche volta ci vuole una sintesi, che tratti magari più argomenti e che questi siano rapidamente reperibili. Un bel libro. E-Book o cartaceo, comunque un libro. Credetemi, nel dubbio che ogni tanto mi assale, visto che con la fotografia spazio in più campi, il libro mi dà la rapidità della risposta alla mia domanda, quella che talvolta mi pongo un attimo prima di di scendere dalla macchina per un servizio (sì, lo so, sembra stupido, ma capita a tutti qualcosa del genere). No, non c'è niente di male, esiste o no il Manuale dell'ingegnere? Quali sono i libri che ritengo una fonte esperienza concentrata per la rapida consultazione? Ce ne sono tantissimi e ne ho letti davvero tanti perchè penso che sia necessario mantenersi informati, ma quelli che preferisco io sono questi.
Te ne proporrò ancora. Gran bella giornata ieri. A parte un caldo micidiale, la giornata è stata davvero produttiva e con Alessia, titolare e one woman show di MISSFAGIOLA, abbiamo fatto belle fotografie e certamente anche un sacco di chiacchere.
Sì, può sembrare irriverente, qualcuno lo potrebbe dire...sono momenti in cui le persone sono praticamente nude, in mutande. Certo, però è un po' curioso parlare di intimità o privacy violata, considerando che siamo lì, tutti insieme sulla spiaggia e spesso siamo lì a postare le nostre foto a destra e a manca. Per un fotografo come me lo scopo, fotografando in spiaggia o per strada o in qualunque luogo ci si trovi, non è certo quello di sputtanare le persone o ledere la loro immagine. Come per tutta la street photography lo scopo, a mio parere, è solo quello di rappresentare la realtà di un periodo, di un momento, di scattare sempre e solo qualcosa che sia piacevole da vedere, fotograficamente parlando. A noi fotografi di strada piace solo il riuscire a cogliere immagini di un attimo, di un momento particolare, un'immagine che passa e che forse nessun altro ha notato. E sì, ci piace mostrarla, per far vedere la vita nascosta davanti ai nostri occhi.
Se poi sarà arte lo diranno i posteri. Fotografare al ristorante è un ottimo modo per approfittare di piatti ben costruiti e tavola ben apparecchiate, senza bisogno di perdere tempo a costruire il proprio set. Tutto è pronto, basta solo qualche accortezza. Prima di tutte la luce. Bisogna riuscire a sedersi in punto ben illuminato con una buona luce intensa e diffusa, come ad esempio vicino ad una finestra. Se questo non dovesse essere possibile le cose si complicano perchè bisognerebbe avere con sè un flash e un paio di trigger, cosa che non tutti portano di solito nella borsa. Evitare le luci troppo dure che ti piombano direttamente dall'alto sul tavolo che poi danno origine ad inestetiche macchie di luce bruciata sul cibo difficili da togliere. L'altra cosa ovviamente è la macchina fotografica. Sempre con sè. Io per queste occasioni utilizzo sempre la mia fidata Fuji X100 S che mi permette di utilizzare anche ISO alti, utili per schiarire le ombre, con poco rumore eliminabile successivamente con pochi passaggi in Lightroom. Queste foto sono state scattate in uno dei tanti bellissimi ristorantini che ci sono a FICO qui a Bologna: la Locanda dell'uovo. Piatti a base di uova...una carbonara fantastica!! Ci tornerò spesso a FICO.
Best! Pier Luigi Ogni occasione è buona per fare food photography. Basta una semplice spesa per la cena. Gironzoli un po' per i banchi del supermercato in cerca dei prodotti migliori e freschi e fai la scelta. Un ottimo modo per cominciare a fare fotografia di food è proprio questo: fotografare quello che mangerai. Volevo portare a casa qualche dolcetto da godermi a fine pasto con un po' di vino e cancellare il sapore del pesce che avevo intenzione di preparare per cena. Siamo in autunno, quasi inverno, la neve è già caduta quest'anno, cosa di meglio delle peschine all'alchermes ripiene di cioccolato? Un dolce tradizionale in questa parte dell'Emilia, di derivazione toscano-modenese. Arrivato a casa è bastato un bel softbox, nel mio caso un FotoQuantum ottagonale con proiettore da 500w, un piano e qualche rifettore bianco di cartone...e un bell'obiettivo Zuiko 12-60. Et voilà!!! Come sfondo un foglio di carta da forno stropicciata e nient'altro, pronto per la vendita su Fotolia.
Less is more, dicono. Best. Pier Luigi La mattina è iniziata con il buio. E la nebbia. Sveglia alle 6.00, in macchina alle 7.00. Direzione Lizzano in Belvedere. Si va a fotografare un po' di autunno. Quando si fotografa l'autunno non si sa mai qual è il giorno giusto, soprattutto se vuoi fotografare un posto che non è vicino a dove abiti. Come saranno adesso le foglie degli alberi in montagna? Webcam in giro poche. I fattori sono tanti. Ad esempio quest'anno la stagione è stata siccitosa. Di notte è freddo ma di giorno fa caldo, 20 gradi. Non piove da tempo. La pioggia adesso però non va bene, farebbe cadere le foglie. Troppe questioni, siamo già alla fine di ottobre. Quindi si parte e poi si vedrà. Arrivo alle 9.00. Freddo, saranno 7-8 gradi. Sole bellissimo. Zaino in spalla, treppiede e via. Obiettivo principale: le cascate del Dardagna. Purtroppo era come temevo. La siccità aveva già fatto cadere moltissime foglie che erano secche e marroncine a terra. Solo poche foglie colorate resistono sulle cime degli alberi, perlopiù faggi e castagni. Ma l'acqua nel torrente Dardagna c'è, non come a fine inverno quando si scioglie la neve che viene dal Corno alle Scale, ma abbastanza per fare delle belle foto a lunga esposizione. Camminato molto. Ma il risultato è stato portato a casa. Così è bello lavorare.
Ho trovato anche un bel porcino. Best. Pier Luigi Ieri, San Petronio, giorno di festa del patrono della città, sono riuscito finalmente a trovare un po' di tempo per andare a fare qualche fotografia sulla strada. Ma non è di questo che voglio parlarti. Per i miei vari impegni credevo di essermi perso la mostra organizzata dalla Cineteca di Bologna dal titolo "Bologna fotografata". Infatti la data di termine prevista era il 30 settembre. Qualche volta però la fortuna aiuta. Sì perchè la mostra è stata prorogata sino al 7 gennaio 2018. Una bella sorpresa! Non si tratta però di fortuna ma di merito. Il merito è della mostra, di come è stata allestita, della scelta della location, della scelta delle foto e degli audiovisivi. Una mostra così non poteva che essere prorogata per il successo che evidentemente ha avuto. In poche parole la mostra è bellissima e a mio modesto avviso dovrebbe diventare permanente. Questa mostra è un libro di storia della città, un libro di storia che tutte le grandi città di questo paese dovrebbero avere. Una capsula del tempo. Un cilindro magico nei sottopassaggi di Bologna per tutte quelle generazioni che non c'erano e non potrebbero mai sapere com'era se non attraverso questo bellissimo racconto. Credo che in un periodo storico come questo in cui le immagini dilagano ma poi si perderanno, questo racconto per immagini vada preservato e anzi alimentato per sempre. C'è anche l'immancabile contest su Instagram #bolognafotografata
Ingresso solo 6 euro e tante possibilità di riduzione. Non perderla, non te lo perdoneresti. Best. Pier Luigi Ok. Sono arrivati i biglietti da visita. Sono importanti per una professione, ma non solo, ad esempio in Giappone ad esempio li usano un po' tutti. Negli affari sono il modo principale per presentarsi e lasciare facilmente e rapidamente un contatto. Lì li chiamano "meishi" e c'è tutto un rituale nello scambiarseli. Io dopo varie periperzie con siti vari che ti offrono a prezzi stracciati 100 o 200 biglietti per 20 euro o poco più sono finalmente planato su Moo.
Non sto a spiegare troppo nel dettaglio, anche qui c'è la possibilità di utilizzare diversi template o di caricare i propri, quello che cambia in questo sito è la qualità, sia dei modelli sia del prodotto finale. Non un anonimo cartocino da quattro soldi ma carta di qualità e anche un ottimo packaging a fare la differenza. I prezzi leggermente più alti ma non bisogna lesinare su queste cose. Nei biglietti da visita l'immagine e la forma sono tutto. Best. Pier Luigi Quando faccio street photography ascolto sempre musica in cuffia. A dir la verità spesso quando fotografo ascolto musica, trovo che mi aiuti a rilassarmi addormentando con suono piacevole tutte quelle parti del cervello che altrimenti sarebbero distratte dalle piccole cose della vita, lasciando tutta l'energia disponibile agli occhi e alla fantasia. La musica è armonia. E siccome anche la fotografia è armonia...il connubio non può che essere positivo! Io per fare questo uso Spotify. Per usarlo al meglio credo sia utile farsi una o più playlist, a seconda magari del genere di fotografia che stiamo facendo: paesaggio, ritratto, fashion, still life,...street...se proprio vogliamo essere dei raffinati. Spotify ne propone alcune condivise da diversi utenti sulla fotografia. Basta cercare ad esempio "photoshoot" o "photoshot". Siccome a me piace scorpire sempre qualcosa di nuovo l'altro giorno me ne sono fatta una con musica Indie, che tengo aggiornata. Ovviamente l'ho chiamata "Indie 4 street photographer" (link) e ho pensato di condividerla anche con te che stai leggendo, ma ti invito a provare a farne anche delle tue. Se poi vorrai postare qui il tuo link le ascolterò volentieri. Queste sono foto di artisti della musica, li trovi in strada, sono lì per allietarci la giornata.
Best. Pier Luigi Spesso non ci accorgiamo di quello che ci sta intorno. Siamo troppo abitudinari in quello che facciamo e quando guardiamo lo facciamo quasi sempre dallo stesso punto di vista. La mattina per andare al lavoro percorriamo la medesima strada alla solita ora e quando torniamo a casa lo facciamo sempre più o meno alla solita ora. Stesso percorso. Guardando avanti. Raramente di lato o in alto. Mai dietro. Questo fare sempre le stesse cose per me è deleterio. Per la propria vita e per la fotografia. Ogni tanto bisogna cambiare il punto di vista. Tutte le mattine scendo alle 7.30 al piazzale est della stazione. Passo sotto il ponte di via Matteotti e vado verso l'uscita centrale, camminando lungo il primo binario. In questo periodo il sole è sorto da poco. Vedo davanti a me le ombre lunghe del mattino. Il sole brucia le luci e crea un forte contrasto di bianchi e neri. Oggi ho deciso cambiare punto di vista e mi sono voltato indietro. Molte volte perdiamo occasioni semplicemente perchè non le vediamo, ma basterebbe fermarsi e guardare da un'altra angolazione e anche luoghi comuni possono svelarci delle opportunità.
Best. Pier Luigi |
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